QUANDO: a cavallo tra il 1954 e il 1955.
Ecco uno di quei libri che sono in grado di incantare i sensi. Di quelli che, quando chiudi l'ultima pagina, hai ancora sulla pelle il vento pungente dell'inverno londinese, nel naso l'odore delle sigarette e dei profumi costosi che evaporano nel chiuso dei locali piu' chic, aleggiando sopra il chiacchiericcio delle testoline leggere di adolescenti viziatissime, dal rossetto sgargiante e una preoccupante propensione per l'alcol e la superficialità. Ma soprattutto, è un libro che si muove a suon di musica. Quella zuccherosa e melodica di Johnny Ray, di cui le due giovani protagoniste sono pazzamente innamorate come solo due diciottenni sanno essere, e della sua The Little White Cloud That Cried, o quella sensuale, pepata, energica di un ancora sconosciuto (perlomeno in Europa) Elvis Presley in Mistery Train, che incanta con il suo ritmo infuocato il fratello della protagonista, trascinandolo nella spira del piu' puro rock and roll.
Ma andiamo con ordine..
Siamo nel dopoguerra, quando quasi con stupore le famiglie della Londra "bene" riprendono la loro vita scintillante sotto l'occhio vigile dei rotocalchi; ed è qui, in un freddo pomeriggio di metà novembre, che la giovane ed un tantino impacciata Penelope Wallace s'imbatte in Charlotte, anticonvenzionale, disinvoltamente bella, eccentrica, che le apre improvvisamente le porte di quel mondo. Con lei, il suo ammaliante cugino Harry - apprendista mago - e la bellissima e caotica zia Claire, Penelope addenta con piacere tutto cio' che la città puo' offrirle; perchè lei e il fratello Inigo, confinati nella cadente Milton Magna Hall, mastodontica dimora di origine medievale che cade a pezzi, nel silenzio della campagna inglese, sotto il peso dei debiti, fino ad allora avevano poco più che sognare ad occhi aperti l'America davanti al giradischi. La mamma Talitha, bellissima trentacinquenne resa vedova dalla guerra, fatica a risollevarsi dalla perdita del marito e lascia infatti languire lentamente attorno a se' la casa, mentre i due figli adolescenti, affamati di vita, d'amore e di successo, tentano in tutti i modi di reagire a quella muta decadenza.
E quando Harry chiede aiuto a Penelope per fare ingelosire la bellissima e capricciosa Marina Hamilton, protagonista della stampa mondana nonche' sua ex, gli ingranaggi di qualcosa che cambierà le loro vite si mettono in moto.....
Delizioso, scorrevole, poetico viaggio negli anni Cinquanta che trovo ottimamente sintetizzato nel commento - riportato sul retro di copertina - di Cosmopolitan:
Se Jane Austen fosse ancora in circolazioone, scriverebbe libri come questo. Eva Rice serve ai lettori un trancio di letteratura vintage così delizioso che vien voglia di mangiarlo in un boccone!
Ok, di solito non amo riportare gli altrui commenti nelle mie recensioni; e forse tirare in ballo la zia Jane e' un tantino azzardato... ma l'occasione di tuffarsi in un ambiente così particolare è forse unica, e pare quasi di sentir scricchiolare il pavimento di Milton Magna Hall sotto i nostri passi, mentre fuori fiocca la neve...
UN ASSAGGIO:
"Alle cinque del mattino Inigo dichiaro' di avere una voglia terribile di uova alla coque; ma le lasciammo nell'acqua troppo a lungo, mentre Harry ci mostrava il trucco del cucchiaio che spariva, e alla fine diventarono sode. Le sgusciammo (operazione difficile visto che tutti avevamo bevuto come non mai) e le intingemmo nella saliera; io tagliai delle irregolari fette di pane e le imburrai in un modo che Mary avrebbe definito generoso. Charlotte ci preparo' del caffe' forte, ben zuccherato, e Harry mi colpì versando nella tazza quello che restava del suo brandy con un sospiro di disperazione.
Poi ci infilammo gli stivali e facemmo scricchiolare la neve sotto i piedi fino a raggiungere la panca davanti allo stagno delle anatre, armati di plaid e sciarpe.
"Che meraviglia di posto in cui vivere!" continuava a dire Charlotte. "Chi si rintana nella casa in fondo al viale? Ci siamo passati venendo qui".
"La Dower House? E' li che abitavamo durante la guerra. Quando siamo tornati a Magna, ci perdevamo in continuazione." disse Inigo. "La casa non e' piccola, ma quando sei lì puoi sentire chiunque ti chiami ad alta voce. Nell'East Wing di Magna siamo praticamente ad un altro fuso orario."
Charlotte ridacchio'- "Abbiamo passato gran parte della guerra nell'Essex, dalla mia prozia. Noi non vedevamo l'ora di tornare a Londra. La' tutto ci sembrava maledettamente eccitante, e invece eravamo segregati nel mezzo del nulla."
Mi dichiarai d'accordo.
"Mi sentivo frodata. Zia Claire se ne stava in città, e per quanto ne sapevo si divertiva un mondo. Faceva sempre colazione da Fortnum's con i calcinacci che le cadevano in testa. Diceva che la guerra era inebriante."
Ottimo consiglio!
RispondiEliminaTi auguro un felice sereno Natale cara Letizia!
Bacioni!
Carissima... solo ora mi hanno recapitato il pacchettino arrivato al mio vecchio indirizzo... Scusami, posso solo adesso dirti GRAZIE DI CUORE... pensiero graditissimo ^_^ .. perdonami per il ritardo!!!! Baci e buon 2013!!
Eliminaciao!!
RispondiEliminaho proprio bisogno di un libro cosi!! lo inserisco nella wishlist!! :D
Bellissimo il tuo blog :)
a presto!!!
Ti piacerà, vedrai.. piacevolissimo!!! Ciao!
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