DOVE: Lyme Regis, Inghilterra
QUANDO: Prima metà del Diciannovesimo Secolo.
Chi come me legge per il piacere di viaggiare non può non amare Tracy Chevalier, per la sua capacità di trascinarti sempre in realtà assolutamente particolari e suggestive.
Con lei ero già stata in giro tra Belgio e Francia, nelle botteghe dei tessitori di arazzi del Quindicesimo Secolo (qui la recensione); ma stavolta se possibile la meta del viaggio è ancora più insolita. Andiamo infatti a caccia di fossili nell'Inghilterra degli inizi del Diciannovesimo secolo, a cavallo tra i regni di Guglielmo e Vittoria, a Lyme Regis, nella contea del Dorset.
E' qui infatti che tre sorelle londinesi, Margaret, Louise ed Elizabeth Philpot vengono a vivere in seguito al matrimonio del fratello John, avvocato di successo nella City. In maniera nemmeno tanto velata, facendo leva sulla difficoltà di sostentamento che avrebbero nella ben più cara Londra senza un uomo a mantenerle, egli infatti caldeggia fortemente il trasferimento in questa minuscola località balneare nemmeno particolarmente in voga (o perlomeno, non quanto la ben più scintillante Brighton), dove avrebbero a suo dire potuto vivere in maniera più serena la loro condizione - ahimè - di zitelle.
Se Margaret, la più giovane delle tre e la più affamata di vita sociale, vive con sconforto questo esilio, le sue due sorelle trovano lentamente nella vita di provincia una loro equilibrata dimensione: Louise, appassionata di botanica, nella cura minuziosa del giardino del loro cottage mentre Elizabeth, grande divoratrice di libri di storia naturale, nelle lunghe passeggiate lungo la spiaggia in cerca di tesori.
Ed è in una di queste passeggiate che la colta Elizabeth si imbatte in Mary Anning, spettinata e focosa ragazzina che per aiutare un po' le ben misere finanze di famiglia ha preso l'abitudine di rivendere ai turisti le strane rocce che talvolta le capita di trovare, specialmente dopo le mareggiate, quando la furia del mare rosicchia parte della scogliera.
Tutto parte da qui, da una ragazzina dalle unghie annerite a furia di scavare e da un'insolita amicizia; Elizabeth prende la monella sotto la sua ala protettrice, portandola spesso a casa e mostrandole sui suoi libri come i "ninnoli" che lei vende ai turisti altro non sono che i resti fossilizzati di antiche creature dai nomi complicati; dal canto suo la giovane Anning ricambia queste attenzioni insegnando all'eccentrica signora di città dove trovare questi "ninnoli" ed aiutandola ad allargare la sua collezione.
Fino a quando la ragazzina non s'imbatte, per puro caso, in un "ninnolo" ben più grosso degli altri, un misterioso scheletro di roccia che sembrerebbe appartenere ad un coccodrillo, anche se la signorina Philpot insinua il sospetto che si tratti di qualcos'altro....
Un viaggio assolutamente unico nel suo genere, in un'epoca di grande fermento scientifico eppure di estrema chiusura mentale di fronte al "nuovo" che spaventa poichè mette in discussione i grandi pilastri sui si fonda una fede religiosa che nella piccola Lyme Regis ha radici ben profonde.....
Ammettere l'esistenza di creature che poi si sono estinte significherebbe infatti ammettere che il Signore abbia eliminato alcune delle sue creature perchè imperfette, il che ben possiamo immaginare quale tipo di ribrezzo creava nell'ottuso bigottismo del tempo, perlomeno lontano dalle ristrette cerchie di intellettuali e dai loro convegni londinesi.
Metteteci poi che per le donne, al tempo, anche solo l'idea di partecipare a queste attività intellettuali era assolutamente proibita ed avrete la portata esatta della battaglia infuocata che la zitella Philpot decide di combattere: contro il bigottismo, contro le convenzioni sociali stantie, contro la discriminazione, affinchè il valore della scoperta di Mary Anning non venisse soffocato e soprattutto affinchè il merito della stessa venisse attribuito a lei, e non ad un accademico londinese che non ha mai messo piede sulla spiaggia di Lyme Regis, ma in quanto maschio è degno di essere menzionato sui trattati scientifici.
Una storia vera appassionante, fatta di Meraviglia (con la M maiuscola, quella che noi uomini del ventunesimo secolo forse non siamo più in grado di provare), di lotta ai pregiudizi, ma soprattutto di quella biozzarra miscela di fatica fisica, polvere e inchiostro che ha consentito di ricostruire, negli anni, la storia del mondo come oggi la conosciamo.
E non nego un pizzico di commozione ( chi come me ama leggere e si affeziona ai personaggi dei romanzi puà capire di cosa parlo) nello scoprire, su uno dei libri di dinosauri con i quali mio figlio di quasi sei anni ora ama trascorrere il tempo libero, il nome di Mary, menzionata come autrice del ritrovamento del primo scheletro intero di Ittiosauro e successivamente di Plesiosauro.
Mary Anning, il cui nome rischiava di scomparire solo perchè donna, oggi viene ufficialmente ricordata come autrice dei ritrovamenti. La monella spettinata ha avuto giustizia.
(se qualcuno volesse leggere qualcosa a proposito di Mary, e vedere anche un suo ritratto, questa la pagina di Wikipedia)
UN ASSAGGIO:
"Tuttavia ci abituammo in fretta. Anzi, poco tempo dopo cominciammo a pensare che la nostra vecchia casa di Londra era decisamente troppo grande. Difficile da riscaldare a causa delle finestre enormi e dei soffitti altissimi, aveva nell'insieme dimensioni sproporzionate: la grandiosità sa di posticcio se non si accompagna alla vera grandezza. Il Morley Cottage era della taglia giusta, in tutti i sensi, per delle signore. Infatti credo che un uomo ci si troverebbe a disagio. John lo era quando veniva a trovarci: non faceva che picchiare la testa contro le travi ed inciampare sul pavimento, per guardare fuori dalla finestra doveva chinarsi e si muoveva goffamente sulla scala ripida. Solo il focolare in cucina era più grande del caminetto che avevamo a Bloomsbury.
A Lyme dovemmo abituarci anche alla ridotta vita di società. Essendo un po' fuori mano - la città più vicina, Exeter, si trova a venticinque miglia di distanza - ha una popolazione che, pur conformandosi alle regole della civile convivenza, non manca di personaggi bizzarri e imprevedibili. "
Anch'io ho amato pazzamente questo romanzo! L'ho letto ormai credo tre o anche quattro anni fa e la tua recensione mi ha fatto un bellissimo effetto: mi ha ricordato quanto la lettura mi avesse emozionato e coinvolto. Mi hai fatto venire voglia di rileggerlo!!
RispondiEliminagrazie per il tuo commento SiMo! Io sono una grande amante dello stile e delle ambientazioni della Chevalier, e devo dire che questo è uno dei più belli tra i suoi romanzi.. sembrava quasi di respirare l'odore del mare!
Eliminagrazie per essere passata dal mio blog