Doverosa premessa: non sono un'ingenua. So benissimo che dietro le case editrici ci sono degli interessi economici e commerciali che vanno ben al di là della mera diffusione della cultura letteraria. Ma voglio lo stesso dedicare un post - un tantino fuori tema rispetto al mio standard di recensioni, ma neppure troppo - ad una iniziativa editoriale a mio parere fantastica, eppure ormai divenuta un ricordo: le edizioni super economiche della Newton Compton, quelle che con mille, duemila, tremila lire ti consentivano di portare a casa i più grandi classici della letteratura italiana e straniera, la poesia, i classici latini e greci, le opere teatrali.
Chi è di Roma ricorderà il negozietto di via del Corso, poco lontano da Piazza del Popolo, con le decine e decine di libri allineati sulli scaffali, ciascuno con la sua colorazione. Nero, per i classici brevi ed i racconti. Rosso per il teatro. Verde e giallo, per i classici più corposi, e così via.
Io ero allora un'adolescente sognatrice, amante della lettura, curiosa. E con un budget limitato - che allora si chiamava "paghetta" - e tanta voglia di libri. Ed ecco che, come per incanto, bastava avere in tasca diecimila lire per poter uscire dalla libreria con una busta piena; e soprattutto, per una piccola banconota da mille ci si poteva togliere lo sfizio e provare ad immergersi nella lettura di qualcosa di impegnativo, o di insolito, con la consolazione che, mal che vada, avevi perso mille lire.
Ci si lamenta che in Italia si legge poco, ma non era quella una splendida iniziativa per invogliare a leggere?
E' stato così che mi sono accostata ad alcuni classici con la "C" maiuscola, dal Dracula di Bram Stoker al Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. E' stato così che, incuriosita, ho scoperto un'insolita Louise May Alcott in Un lungo, fatale inseguimento d'amore, ho scoperto una Parigi futuristica e visionaria in Parigi nel XX secolo di Jules Verne, ho incontrato un'affascinante vampira in Carmilla. E ancora, il Frankestein di Mary Shelley, la filosofia di Gibran, gli epigrammi di Marziale, gli aforismi di Leonardo Da Vinci; le rocambolesche avventure della Primula Rossa, racconti gotici, per arrivare ad un classico della cinematografia come il Fantasma dell'Opera.
Storie di tutti i tipi e per tutti i gusti, ad un prezzo più che popolare ^_^.
Quale che sia la motivazione dietro la scelta editoriale di togliere dalla circolazione i classici della letteratura a cinquanta centesimi, uno o due euro, resta per i lettori onnivori come me - una, per capirci, che si è "pappata" Anna Karenina prendendo il sole sulle spiagge di Rodi ^_^ - la nostalgia per i vecchi tempi.
Quando con cinquemila lire in tasca, ti pareva di avere in mano un capitale.
Infatti non capisco tutto questo trambusto per dei prezzi bassi... Non c'è che dire, gli italiani si lamentano sempre, ce l'hanno proprio nel sangue :D
RispondiEliminaTi ho lasciato un premio: http://seunanottedinvernounlettore.wordpress.com/2013/05/15/very-inspiring-blogger-award-grazie-athenae-noctua/
io di quei libri super economici della Newton ne ho la casa piena! Li compravo andando a scuola, in un'edicola di passaggio, e ci lasciavo ogni volta metà dei soldi che in teoria mi servivano per mangiare! Bei tempi quelli! Molti di quei classici mi sono serviti all'università, anche perché avevano delle ottime introduzioni... ora la newton sta riproponendo qualcosa di simile
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