lunedì 9 agosto 2010

JEROME K. JEROME - Tre Uomini a Zonzo


DOVE: in giro per il Nord Europa
QUANDO: agli albori del 1900

Ecco un altro scrittore che ho scoperto tardi, ma che col suo stile leggero mi ha letteralmente catturata. Era fin da piccola che, sul retro di copertina dei miei amatissimi libri rilegati, nell'elenco degli altri titoli presenti nella collana, vedevo ricorrere il nome di Jerome Klapla Jerome: eppure, chissà perchè, non mi aveva mai particolarmente incuriosito.
Chissà, probabilmente quei due titoli ("Tre Uomini a Zonzo", e "Tre Uomini in barca") non facevano particolarmente presa, nella mia fantasia di bambina tutta "Pollyanna" e "Piccole Donne". Tutto questo fino a quando, anni dopo, per ingannare la noia di un'ora di ritardo del treno, non entro in libreria e ne esco con questo libro.
I tre uomini del titolo sono George, Harris ed il narratore J., tre mariti i quali, lasciata alle spalle la precedente vacanza in barca lungo il Tamigi (raccontata da Jerome nel primo libro), decidono di intraprendere un nuovo viaggio, questa volta in bicicletta alla volta della Germania. Superate le prime, inevitabili difficoltà - trovare una scusa valida per giustificare con le rispettive mogli il loro viaggio, oltre che inevitabili problemi meccanici con le biciclette - i tre giungono infine a destinazione. Una terra diligente ed ordinata che conosciamo attraverso la narrazione di J. , il quale con occhio attento e spirito pungente, dipinge pagina dopo pagina davanti ai nostri occhi una Germania ancora lontana dalle due Guerre Mondiali (il libro è stato pubblicato nel 1900), eppure così simile, perlomeno negli stereotipi più umoristici filtrati attraverso gli occhi di un britannico, a quella che conosciamo oggi, una Germania verde e tranquilla in cui tutto è disciplinato, regolamentato ed in cui perfino la natura è costretta a resistere agli improbabili tentativi di imbrigliarla. Ci immergiamo nel silenzio di un tempo in cui le auto non avevano ancora colonizzato palmo a palmo le città; pedalando al seguito dei tre viaggiatori, osserviamo scorrere intorno a loro uomini, donne e bambini; perfino i cani non sfuggono all'acuta osservazione di Jerome, diventando anch'essi spunto per raccontare le differenze tra i popoli - in un'epoca in cui, lungi dalla Globalizzazione, queste ultime erano davvero numerose.
Insomma un libro che si legge quasi tutto d'un fiato, che fa sorridere e che sorprende in più di un'occasione, quasi costringendo a controllare che davvero sia stato scritto oltre cento anni fa, tanta è l'attualità di certe osservazioni. Un libro da scoprire e ri-scoprire.

UN ASSAGGIO:

"Ci sono due modi di fare del moto con una bicicletta; si può 'ripassarla', oppure montarci sopra. Tutto considerato, non posso escludere che se la passi meglio chi si diverte a riparare una bicicletta. può infischiarsene del tempo e del vento; le condizioni delle strade gli sono indifferenti. Dategli una chiave inglese, alcuni stracci, un oliatore e qualcosa su cui sedersi, e quello è felice per una giornata intera. Naturalmente, non mancano gli svantaggi; non c'è rosa senza spine. Lui ha sempre l'aspetto di uno stagnino, e chiunque veda la sua macchina, pensa che l'abbia rubata e abbia tentato di camuffarla. Ma poichè è raro che gli riesca di fare più di un chilometro o due con quella macchina, la cosa, forse, non ha molta importanza."

Nessun commento:

Posta un commento