venerdì 3 giugno 2011

JOHN CONNOLLY - il libro delle cose perdute


DOVE: tra l'Inghilterra bombardata dai nazisti e un cupo mondo immaginario

QUANDO: anni'30

David è un bambino come tanti, se non fosse che la Vita lo ha costretto a confrontarsi con realtà difficili da gestire anche per un adulto. La mamma strappatagli da un male incurabile, tanto per cominciare, lasciando lui e il padre a colmare un vuoto incolmabile; o che, perlomeno, a David sembra tale finchè il padre non gli presenta Rose, la sua nuova compagna, annunciandogli che avrà presto un fratellino. E poi la guerra, che costringe David e la sua nuova famiglia allargata alla continua, angosciosa attesa di un attacco aereo, costringendoli a spostarsi da Londra alla vecchia, enorme casa di famiglia di Rose, sperduta in un bosco, nella quale il piccolo David resta solo con sè stesso, a covare un enorme rancore con la sola compagnia dei libri. Quegli stessi libri che, da quando sua madre se n'è andata, avevano cominciato a chiamarlo, bisbigliando dapprima il suo nome, poi sempre più forte, trascinandolo con sè quando meno se l'aspetta, quando preda di misteriosi attacchi di epilessia si risvegliava poi con il nitido ricordo di visioni, odori, sensazioni tattili sconosciute.
Fino a quando, in una notte silenziosa solcata dal ronzio degli aerei incursori, David non finirà davvero per essere risucchiato in quel mondo fantastico. Ma attenzione, qui non siamo nel Paese delle Meraviglie, qui non ci sono fumanti tazze di tè, Uova antropomorfe che camminano in bilico sui muretti e pasciuti gatti in grado di dissolversi nel nulla. Il mondo in cui viene trasportato David è un mondo cupo, violento, governato da un Re al quale il potere sta lentamente scivolando via dalle mani mentre una famelica orda di esseri metà lupo metà uomo - che sembrano partoriti dal peggiore degli incubi infantili - marcia alla volta del castello. Un regno in cui ai bambini che smarriscono la strada accadono cose brutte, molto brutte, in cui svolazzano arpie dagli artigli affilatissimi, in cui dal profondo delle foreste emergono creature primordiali affamate di sangue ed in cui, sopra ogni cosa, il malefico Uomo Storto sembra malgrado tutto governare. Riuscirà l'indifeso David ad affrontare questo mondo d'incubo, arrivando sano e salvo fino al Re, che pare essere l'unica sua speranza di salvezza? (Non tanto lui, quanto il preziosissimo Libro delle Cose Perdute, che egli possiede e che pare racchiuda la risposta ad ogni interrogativo).
Non resta che seguirlo in questa strana avventura - in cui, a onor del vero, va detto che le teste vengono mozzate, il sangue scorre a fiumi e si incontrano creature raccapriccianti, per scoprirlo.
Pur non essendo propriamente il mio genere, nel complesso un viaggio interessante attraverso l'idea stessa di Bene e Male, che sul finale finisce per essere sorprendentemente stravolta - come un cartello di carte mandato all'aria con un colpo di mano.

UN ASSAGGIO:

"Le cose andarono così. Rose era incinta. Il padre di David glielo disse mentre mangiavano patatine fritte lungo il Tamigi percorso dalle imbarcazioni e odoroso di lubrificante e di alghe. Era il novembre del 1939. Nelle strade c'erano più poliziotti rispetto a qualche mese prima, e gli uomini in uniforme erano ovunque. Sacchi di sabbia erano accatastati davanti alle finestre, e lunghi tratti di filo spinato percorrevano le strade come molle crudeli. I giardini erano punteggiati dalle gobbe dei rifugi antiaerei, e nei parchi erano state scavate trincee. Sembravano essevi manifestini bianchi affissi su ogni superficie disponibile: restrizioni all'uso dell'illuminazione, proclami del re, tutte le istruzioni di un paese in guerra.
Molti dei bambini che David conosceva avevano ormai lasciato la città, affollando le stazioni ferroviarie con piccole targhette marroni per bagagli applicate ai soprabiti, in viaggio verso fattorie e cittadine sconosciute. La loro assenza faceva sembrare la città ancora più vuota e aumentava la sensazione di aspettativa che sembrava governare le esistenze di chi era rimasto. Presto sarebbero arrivati i bombardieri, e di notte la città era immersa nel buio per rendergli più difficile il compito. Il blackout rendeva la città così buia che si potevano distinguere i crateri della luna, e il cielo traboccava di stelle."