lunedì 19 settembre 2016

ROBERT LOUIS STEVENSON - Il dottor Jekyll e Mr. Hyde

DOVE: Londra, Inghilterra
QUANDO: metà dell'Ottocento

L'autunno mi rende nostalgica ed affamata di classici, e le giornate piovose mi spingono ad un inevitabile mix libro-plaid-gatto-divano, meglio ancora se il libro in questione è un buon classico della letteratura horror.
Premetto di non essere una cultrice del genere, perlomeno per quanto riguarda gli scrittori contemporanei... ma il fascino vintage delle atmosfere da brivido evocate dagli autori classici, a quello no, non resisto.

Da Frankenstein, a Carmilla, passando per Dracula e i racconti di Lovecraft... adoro immergermi nella lettura mentre magari fuori piove a catinelle, e mi godo una mattina di riposo in casa prima di andare al lavoro. E la storia del dr. Jekyll, studioso dall'irrefrenabile ambizione divenuto vittima e carnefice ad un tempo, incastrato come un'anima dannata nel suo stesso esperimento, è perfetta per i primi freddi autunnali. Si sorseggia lentamente ma in una mattinata, come una tisana bollente, colpendoci con la forza dirompente della letteratura dell'ottocento inglese.
Strade umide e deserte, nebbia a velare i contorni dei palazzi come un sudario, un laboratorio di anatomia in semi-abbandono, individui misteriosi che si aggirano nelle notti londinesi macchiandosi di atroci crimini, un avvocato che cerca di riunire i pezzi del puzzle sperando di salvare il suo vecchio amico Jekyll da quella che ritiene sia la minaccia di un ricatto da parte dello spregiudicato e rabbioso Hyde. Pochi, semplici ingredienti ben miscelati, quelli che compongono la classica storia dello scienziato che, sfidando Dio, crea una pozione in grado di scindere le due metà intrinseche nell'animo umano: la parte buona e quella cattiva, il bianco e il nero, lo yin e lo yang.
Da un  lato, il dottor Jekyll: rispettabile, brillante, educato, uomo di grande statura fisica e morale, benefattore, umano, scienziato di pregio.
Dall'altra, il signor Hyde: di piccola statura, iracondo, violento, sgradevole, prepotente, misteriosamente sfuggente.
Inspiegabilmente, il primo nutre - e dichiara pubblicamente - stima ed affetto verso il secondo, al punto di chiedere al leale Utterton, amico di vecchia data prima ancora che avvocato, di custodire un testamento nel quale si dichiara Hyde erede universale delle fortune di Jekyll; da questo, e da una serie di vicende collaterali che per pura coincidenza incrociano la strada del giovane avvocato, quest'ultimo inizia ad insospettirsi ed indagare sul rapporto morboso che sembrerebbe legare i due individui, fino al tragico epilogo finale.
Storia classica, ho scritto, ma non lasciatevi ingannare credendo sia banale. Quella di Jekyll e Hyde è una storia che crediamo di conoscere, tanto ormai è divenuta quasi proverbiale, ma che va assolutamente letta.
Cosa accade, infatti, quando le due entità iniziano ad esistere in maniera distinta? La metà malvagia, l'orribile e demoniaco Hyde, accetterà di essere messo a tacere a piacimento del suo alter ego? E la parte buona, il rispettabile dottor Jekyll, è davvero così integerrimo da non lasciarsi corrompere dalla possibilità di compiere atrocità indicibili senza che la sua rispettabilità sociale ne venga intaccata?

E' davvero tutto così limpido e banale?
E basterà una contro-pozione a ripristinare l'ordine iniziale, rifondendo le due entità in un unico essere imperfetto?

Una storia, insomma, assolutamente da leggere, assaporare, sulla quale riflettere.


UN ASSAGGIO:

"Una domestica che viveva sola, in una casa poco distante dal fiume, era salita in camera per andare a letto. Per quanto a notte fonda fosse scesa una nebbia fitta sulla città, quelle prime ore erano terse e il vicolo su cui dava la finestra della sua camera era illuminato quasi a giorno dalla luna piena. Pare fosse donna di natura romantica, perchè seduta sul baule, appena sotto la finestra, s'era abbandonata sognanti fantasie. Mai ( e lo diceva con gli occhi pieni di lacrime tutte le volte che raccontava di quella vicenda) come in quella occasione si era sentita così in pace col mondo, e vicina al genere umano. Mentre se ne stava lì seduta si accorse della presenza d'un uomo anziano di bellissimo aspetto, con i capelli bianchi, che risaliva lungo la strada, nella sua direzione; gli andava incontro un altro signore, molto piccolo, cui lei sulle prime non fece caso. Quando si trovarono vicini l'uno all'altro (il che avvenne proprio sotto la sua finestra) il più anziano si inchinò avvicinandosi all'altro con fare molto cortese ed educato. Non sembrava che si trattasse di un problema di gran conto; anzi, dal modo in cui gesticolava, sembrava che stesse solo indicando la strada; mentre parlava, la luna lo illuminò in viso e la ragazza rimase a guardarlo con piacere, tanta era l'innocenza che quel volto pareva emanare, insieme a una nota di autocompiacimento e una sorta di aristocratico distacco. A quel punto lo sguardo della ragazza passò all'altro, in cui, con sorpresa, riconobbe un certo Mr. Hyde  che una volta era venuto a trovare il suo padrone e per il quale lei aveva subito nutrito una certa antipatia...."

4 commenti:

  1. Concordo! Un romanzo bellissimo che non mi stanco mai di leggere :)

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    1. Bene :-) mi fa piacere non essere la sola ad amare i classici del gotico :-)
      Io l'ho riletto ora, a distanza credo di venti anni dalla prima volta che l'ho fatto, e l'ho apprezzato ancora di più :-)

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  2. Sono completamente d'accordo con te: proprio perché pensiamo di conoscerla, la storia riesce ancora a sorprendere! :)

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    1. Vero? Spesso conoscere già la trama ci consente di abbandonarci davvero al piacere della lettura, senza doverci preoccupare di capire il senso, ma solo lasciandoci trasportare dall'atmosfera e dalla descrizione... mi capita spesso - soprattutto con i classici, dei quali la trama spesso la conosciamo fin troppo a menadico! - di ritrovarmi, alla seconda rilettura, a vivere la storia con più intensità e con più vividezza..

      grazie per essere passata di qui ^_^

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