giovedì 12 gennaio 2017

BANANA YOSHIMOTO - A proposito di lei

DOVE: Giappone
QUANDO: oggi

Anno iniziato male, malissimo, per me. Otite, placche, punture di antibiotico con annessi e connessi (nausea, capogiri, spossatezza), il tutto con un figlio, due gatti e un cane da accudire.
Tutto sommato, però, la malattia mi ha consentito di riprendere in mano le fila del blog, questa mia povera creatura che ho abbandonato per un paio di mesi, inghiottita dal vortice del lavoro. Dunque, eccomi qui, nella mia piccola oasi di pace, per condividere le mie ultime letture. Cominciando da lei, la mia amatissima Banana Yoshimoto, già recensita in diverse occasioni. Lei è una compagna di viaggio di cui non mi stanco mai. Anche se, lo ammetto, con questo libro ho faticato un po' a ingranare. Di solito divoro in poche ore le sue creazioni, tuffandomi senza esitazione nel suo mondo sempre soffuso di malinconica poesia, riemergendone con un gran senso di calma interiore.
Come mai- mi chiedevo invece, pagina dopo pagina, mentre affrontavo "A proposito di lei" - questa volta Banana non riesce a catturarmi? Come mai tutta questa lentezza, come mai non c'è il tuo inconfondibile "timbro" di sognante poesia?
Ma eccola, l'inconfondibile penna di Banana. Eccola lì, nelle ultime pagine, quando davanti ai miei occhi delinea il colpo di scena finale, e tutto si fa improvvisamente chiaro.
Ho faticato, lo ammetto, ma alla fine non mi ha deluso. Pur non essendo in assoluto la mia opera preferita (continuo ad amare alla follia Moshi Moshi, e Kitchen sopra ogni cosa), anche qui ho ritrovato - per certi versi più che mai - la sua tenera poeticità nell'affrontare il dolore, la sua maliconia sognante, la sua capacità di lasciarti, attraverso una storia drammatica, un germe caldo di pace interiore.
Siamo nella vita di Yumiko, giovane donna proveniente da una ricca famiglia il cui passato è stato però lacerato da un orrendo, terribile delitto compiuto da sua madre. Anzi, più che lacerato, mutilato in piena regola; perchè traumatizzata dall'orrore a cui ha assistito, Yumiko conserva del passato poco più che qualche brandello sopravvissuto alle voraci amnesie di cui soffre, e che pezzo a pezzo glielo hanno divorato. Ad aiutarla a mettere ordine nei suoi ricordi, ecco riapparire da quel passato oscuro suo cugino Shoichi, figlio della gemella di sua madre, col quale un tempo erano legati da una strettissima amicizia; obbedendo all'ultimo desiderio di sua madre morente, il giovane Shoichi si è messo sulle tracce della cugina per tenderle finalmente la mano che a suo tempo non aveva avuto.
Insieme, dolorosamente, i due cominciano a ricostruire - tassello dopo tassello - la storia delle due gemelle; intensamente legate da piccole, entrambe apprendiste streghe così come lo era stata a suo tempo la loro mamma, cresciute poi su binari che hanno finito per divergere, conducendo da un lato la mamma di Yumiko alle seduzioni oscure della magia nera e dall'altro la madre di Shoichi ad impegnare tutte le sue energie per trovare un saldo equilibrio interiore.
Passo dopo passo, accompagnata dal solido Shoichi, la piccola, traballante Yumiko recupera la sua memoria, riacquistando fiducia in sè stessa e guardando finalmente in faccia la realtà delle cose. Dolorosamente, scopre chi erano veramente sua madre e sua zia, ricostruendo con fatica e con sguardo compassionevole il lento declino che le ha divise, conducendo sua madre al folle omicidio che aveva stravolto la vita dell'intera famiglia.

Una storia per molti versi oscura, inquieta, angosciante e dolorosa, ma d'altro canto soffusa di tenue speranza e poetico, velato ottimismo.

Non è un libro che consiglio a chi, per la prima volta, si accosta a lei; nè tantomeno lo consiglierei a chi avesse già letto, per citarne uno, kitchen, ed avesse trovato i suoi ritmi troppo "lenti" e poco occidentali.
Ma sarei curiosa di avere il parere di altri amanti di questa scrittrice. per capire se solo io ho faticato così tanto ad ingranare in questa storia, pur trovandomi a chiudere il libro dopo aver letto l'ultima pagina in preda ad una grande emozione.

UN ASSAGGIO:

"Sul tavolo, l'unico oggetto rimasto era un candelabro. Ricordai che la mamma vi accendeva spesso delle candele. Provai a toccarlo dolcemente. Era il punto che le mani morbide e bianche della mamma toccavano sempre. Mamma, pensai, e improvvisamente provai il desiderio di incontrarla.
Avrei voluto ritrovarla, sentire la sua voce, vederla camminare. Avrei voluto incontrarla. Da quel giorno non l'avevo più vista. Prima che perdesse la ragione, c'era stato un tempo in cui mi abbracciava con dolcezza, e sorrideva guardandomi.
Piangendo mi strinsi forte la mano da sola.
Shoichi mi aveva messo una mano sulla schiena e continuava a darmi dei leggeri colpetti. Come avrebbe fatto una madre. Probabilmente era quello che la zia faceva a lui, pensai. Se le persone possono restituire agli altri solo quello che hanno ricevuto dai propri genitori, allora io? Potevo considerarmi a posto?
Paragonata alla complessità di quello che avevo dentro, quella stanza, che ormai era solo una sala da pranzo in rovina, mi appariva quasi insignificante. Non era che una stanza buia, opprimente, dimenticata da tutto e tutti."

6 commenti:

  1. Mi fa piacere ritrovarti nuovamente nella blogsfera :)
    Questo romanzo ancora non l'ho letto, ma sarà una delle mie prossime letture :)

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    1. Buongiorno cara e grazie ^_^.. se ami Banana Yoshimoto, te lo consiglio, particolare ma bello.. Se invece di lei non hai mai letto nulla, ti consiglierei magari di iniziare da Amrita, o Kitchen.. un abbraccio!

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  2. Buongiorno Letizia, bello rileggerti di nuovo!
    Ancora una volta parli della Yoshimoto, una scrittrice che ogni volta mi riporta agli anni dell'università, quando con Kitchen mi si è aperta una finestra su un mondo insospettabile e ignoto.
    Non so perché poi l'ho un po' persa... ma tra i miei "buoni propositi" per il nuovo anno da lettrice c'è anche quello di rileggere libri letti tanto tempo fa e che so di aver molto amato, per vedere se la mia sensibilità è cambiata insieme al conto dei miei anni e delle mie esperienze. Banana sarà una delle mie ricerche.
    Tanti auguri per il nuovo anno.
    Eva

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    1. Grazie e auguri anche a te.. e grazie di cuore per quello che hai scritto sul tuo blog, condivido tutto in pieno ed apprezzo di cuore il complimento che mi fai :-)
      Banana Yoshimoto io l'ho scoperta da ragazza e anche io l'ho persa di vista per parecchi anni; è una scrittrice che ho ripreso ultimamente, in un ritorno di fiamma per gli scrittori giapponesi (io attraverso anche di queste fasi, non so se capita anche a te ;-) )... e ti consiglio vivamente di rileggerla a distanza di tempo.
      Per me Kitchen è stata una piacevole riscoperta, recuperata e ri-assaporata dopo una ventina d'anni.. cambiano gli anni, le esperienze, e i libri ci sembrano completamente diversi... anche quello, suppongo, è lo straordinario potere della lettura!! ^_^

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  3. Ciao Letizia, ho appena scoperto il tuo blog grazie al post di Eva ;-)
    Conosco l'autrice ma non ho mai letto nulla di suo, anche se mi riprometto sempre di farlo, il problema è che la mia lista di letture è sempre infinita! Buona giornata :-)

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    1. Carissima Ariel, benvenuta!!
      Sì, anche io sto ritagliando dei momenti liberi per dare una sbirciatina ai blog che propone.. piano piano, compatibilmente con i tempi del lavoro e della famiglia ^_^.
      Per il resto, chi di noi non ha una lista di letture infinita? E più spulcio gli altri blog più si allunga.. dovrò prima o poi ripiegare sul digitale, perchè la mia libreria di casa ormai trabocca!!!
      Ciao e buona giornata!

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