venerdì 6 aprile 2018

JANE AUSTEN - Ragione e Sentimento

DOVE: Tra il Sussex e Londra, Inghilterra
QUANDO: Inizio dell'800.

Rieccomi qui, finalmente, dopo mesi di assenza, nel mio caro, carissimo blogghino (eh sì, continuo a rubare questa espressione di Eva perchè trovo che calzi a pennello per descrivere questo piccolo, caldo spazio virtuale in cui parlare dei miei amatissimi viaggi letterari :-) )
Assenza dovuta, ovviamente, al fatto che al di fuori del blogghino esiste una vita reale e pressante, che spesso reclama le nostre attenzioni.
Nel mio caso, una vita che negli ultimi mesi è stata stravolta - in positivo - dalla scoperta che diventerò di nuovo mamma. Ho aperto questo spazio millenni fa, quando ero una neomamma disoccupata, insicura ed in crisi, con una laurea alle spalle e scoraggiata dalle porte in faccia di numerosi colloqui andati male. Da allora, ne è passata di acqua sotto i ponti. Una separazione, due lavori cambiati, tanta fatica, tanti momenti di sconforto, tante domande ed altrettante "pause" dal mio piccolo spazio sul web. Che però, puntualmente, ho trovato sempre pronto ad attendermi.
E rieccolo qui, il mio blogghino, dopo gli ultimi mesi in cui conciliare il lavoro con un figlio, un nuovo compagno, due micioni, un cane e la stanchezza mostruosa di una seconda gravidanza alla soglia dei quaranta (ahimè, nove anni fa il mio fisico reggeva meglio ^_^ ) si è rivelato più arduo del previsto.
In questi mesi ho letto, sempre e comunque. Fortunatamente, riesco sempre a ritagliare spazio per i miei amati libri. Leggo mentre mi asciugo i capelli, leggo mentre mi depilo, leggo mentre aspetto mio figlio fuori dalla palestra di karate.
Dunque, mi ritrovo ora con una pila disordinata di libri che vorrei commentare e condividere, poco tempo e sempre tanta tanta stanchezza. In ogni caso, da qualche parte dovrò pur cominciare; ed ho scelto di cominciare da qui, da uno degli ultimi che ho letto in ordine cronologico. La mia cara, amata, amatissima Jane Austen, che mi ha tenuto compagnia in tanti pomeriggi del liceo ( che ricordi che ho, dei miei viaggi mentali nella verde Inghilterra di inizio Ottocento, standomene sdraiata nella mia cameretta!) e che ho sentito il bisogno di recuperare adesso. Forse perchè correndo qua e là tra spesa, lavoro, karate, fermata dello scuolabus, pulizie di casa sentivo che lei avrebbe saputo darmi quella boccata di aria di cui avevo bisogno.
Fermati e respira, sembra dirti la zia Jane. Entra, siediti accanto al camino, in un angolo, sorseggia il tuo tè e lascia che io ti racconti una storia.
Tra le tante - manco a dirlo, in quei pigri pomeriggi adolescenziali di cui sopra ho letto TUTTE le sue opere - chissà perchè ho sentito il bisogno di recuperare proprio quella delle sorelle Dashwood, ed eccomi qui, nel verdeggiante Sussex, in un piccolo cottage modesto ma curato, ad ascoltare quello che, a distanza di anni, Jane sembra volermi dire.
Le Dashwood, dunque. La sorella minore, Margaret, lasciata perlopiù in ombra, e le due protagoniste del romanzo: Elinor, la maggiore, lucida, razionale, calma. E Marianne, la seconda, travolgente, passionale, emotiva. Entriamo nelle loro vite di fanciulle di epoca vittoriana, fatta di educazione, di convenzioni più o meno rigide, di visite di cortesia scandite con regolarità quasi scientifica, di sonate al pianoforte, passeggiate sui sentieri placidi delle verdi colline inglesi e della ricerca del vero amore, del matrimionio o di entrambi.
Un mondo apparentemente lontano anni luce dal nostro, fatto talvolta di donne dal taglio frivolo e scialbo - come Fanny, la giovane moglie del fratello delle tre ragazze, o come Lucy Steele, avviluppatasi a Elinor in una sorta di amicizia a senso unico, che la signorina Dashwood ricambia con ferma cortesia.
Eppure, un mondo attuale, sotto certi aspetti che Jane non tarda ad illuminare con la sua caratteristica, pungente ironia: l'ipocrisia di talune forme di ostentata generosità (sarebbe complicato riassumerlo qui in poche righe, vi rimando solo alla già menzionata cognata Fanny, ed alle sue complesse manovre per sottrarre alle tre sorelle del marito la maggior quantità possibile di denaro e di beni, pur continuando a dimostrare a sè stessa di esserne invece una grande benefattrice), l'incostanza delle relazioni umane, la debolezza di carattere che priva alcuni della capacità di imporsi. E poi, le rigide briglie delle convenzioni sociali che, nel 2018, siamo riuscite solo in parte ad allentare, il giudizio del prossimo sempre in agguato, il mito mai tramontato del buon partito, un certo stereotipo di donna che tarda, anch'esso, a tramontare.
In mezzo a tutto questo, si muovono le due protagoniste, entrambe costrette a far fronte ad un amore disilluso, ciascuna coi propri mezzi. La tempestosa Marianne dando sfogo al suo dolore, piangendo lacrime di rabbia fino a sfiancarsi; la razionale Elinor, invece, col silenzio, la calma, l'analisi lucida, la compostezza, l'accettazione masochistica.
Quale delle due avrà ragione? Qual è il modo migliore per affrontare la vita? Prenderla di petto, lasciandosi andare ad entusiasmi smodati e dando sfogo altrettanto violento al dolore?
O affrontarla con distacco, senza mai eccedere nelle emozioni, senza lasciar trasparire all'esterno il proprio dolore?

Ad entrambe, la vita riserverà piccoli colpi di scena e un gran finale, per arrivare al quale però dovranno penare non poco, in un frusciare di vesti e lunghe, lunghissime conversazioni dallo stile talvolta un po' arzigogolato ma dal sapore assolutamente "vintage" che chi, come me, ama la Austen non può non adorare.
E poi, la sorpresa di scoprire che, malgrado nei miei ricordi fosse Marianne il personaggio con cui all'epoca della prima lettura mi identificai, rileggendolo ora sento invece di appartenere più al mondo cauto di Elinor.
Miracoli della lettura, per cui le stesse parole rilette a distanza di venti anni sanno darti emozioni diverse.

UN ASSAGGIO:

"Marianne si sveglio l'indomani tutta lieta. La delusione della sera precedente sembrava dimenticata nell'attesa di quello che poteva capitare quel giorno. Avevano finito da poco la colazione quando la barouche della signora Palmer si fermò alla porta, e pochi minuti dopo ella entrò ridendo nella stanza; così felice di rivedere tutte che non si capiva se traesse maggior piacere dal ritrovarsi con sua madre o con le signorine Dashwood; così sorpresa del loro arrivo in città, quantunque era cosa che si era sempre aspettata; così stizzita che avessero accettato l'invito di sua madre dopo aver declinato il suo ma allo stesso tempo non le avrebbe mai perdonate se non fossero venute!
'Il signor Palmer sarà felice di vedervi' aggiunse 'indovinate un po' che ha detto quando ha saputo che venivate con la mamma? .. Adesso l'ho dimenticato, ma era una cosa tanto buffa!'
Dopo un paio d'ore trascorse in quelle che sua madre chiamava 'quattro chiacchiere fra noi', in altre parole, in ogni specie di domande su tutte le loro conoscenze da parte della signora Jennings, e di risate senza ragione da parte del signor Palmer, quest'ultima propose che andassero tutte insieme in certi negozi dove aveva intenzione di recarsi quella mattina; al che la signora Jennings ed Elinor acconsentirono subito, avendo acquisti da fare anch'esse; e Marianne, dopo un primo rifiuto, fu indotta ad accompagnarle."

6 commenti:

  1. Auguroni per il nuovo venuto!! E tanti complimenti per le belle parole ☺ ho pubblicato anch'io questa mattina un post che parla di Jane Austen, e come te amo anch'io questa autrice e tutti i suoi romanzi ☺☺

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie :-) cercherò di riprendere un po' le fila del blog, anche se verranno mesi molto impegnativi :-)

      Elimina
  2. Bentornata! Che piacere leggerti... Prima di tutto ti faccio le mie felicitazioni per la nuova gravidanza :) Penso che, con tutta la combriccola che hai al seguito, sia già tanto riuscire a leggere e recensire di tanto in tanto! E poi il bello di uno spazio dedicato alla lettura è proprio l'assenza di scadenze precise, perchè i libri non passano mai di moda :)
    Ragione e sentimento lo lessi anni fa e non mi entusiasmò molto, mentre ultimamente ho letto (e recensito sul mio blog!) Orgoglio e pregiudizio, il quale mi è piaciuto decisamente di più!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Orgoglio e pregiudizio devo riprenderlo, sono curiosa di vedere che effetto mi fa a distanza di anni :-) .. all'epoca ricordo che io invece amai di più questo, e mi identificavo tantissimo con Marianne ^_^ .. anche se adoro follemente tutto ciò che è uscito dalla penna di Jane Austen!

      Elimina
  3. Quante belle novità ti ha portato la primavera! E la nuova stagione di viaggi tra i libri inizia proprio con Jane Austen - addirittura con il primo romanzo pubblicato. Chi ben (ri)comincia... Ben tornata e congratulazioni!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille, cara :-) Ebbene sì, come ho scritto, ho scoperto di aspettare una bambina (una nuova janeite? :-D ), arriverà tra un mesetto. Nel frattempo, ho sentito il bisogno di calma, e del piccolo, caldo e ironico mondo di Jane.
      Bentrovata a te!

      Elimina