venerdì 9 novembre 2012

MAHBOD SERAJI -Le notti di Teheran

DOVE: Teheran, Iran
QUANDO: a cavallo tra il 1973 e il 1974

Una poetica immersione nelle tiepide notti stellate del Medio Oriente, dove per ritemprarsi dopo le afose e secche giornate estive Pasha e il suo migliore amico Ahmed, diciassettenni pieni di sogni e di vita, hanno l'abitudine di incontrarsi sul tetto della casa di Pasha. E lì, tra una sigaretta fumata di nascosto, sotto la luce ambrata dei lampioni che scivola sul vicolo deserto sotto di loro, si scambiano sogni, battute, si confidano i primi, timidi amori. Come quello impetuoso di Ahmed per Faheemeh, o quello timido, silenzioso, devoto di Pasha per la bella vicina di casa Zari. Ma siamo nell'Iran del 1973, e quelle stelle che punteggiano il cielo estivo così brillanti e numerose assistono con impotenza ai primi rigurgiti di una rivoluzione che, di lì a poco, avrebbe rovesciato lo Scià e che finirà per travolgere, tra repressioni, vendette, perquisizioni, arresti, anche i quattro giovani e la loro voglia di essere giovani, di amare, di essere felici. E, attraverso lo sguardo dolcemente innocente di Pasha, voce narrante scelta da Seraji per aprirci la porta della quotidianità di chi vive nel terrore di una visita a sorpresa della Savak, la temibile polizia dello Scià, scivoliamo come spettatori silenziosi su quei tetti accarezzati dalla luna, dove si sussurrano brani di Hafiz e Kayyam, si sorseggiano confortanti tazze di tè bollenti, si sospira e ci si ama. Sì, perchè ci si puo' amare malgrado tutto, malgrado la violenza che scoppia come un petardo nei vicoli della città millenaria, perfino davanti al portone di casa, in una notte di perquisizioni. E, soprattutto, si puo' continuare a credere nei valori- l'amore, l'amicizia, il coraggio, la lealtà - anche quando "i grandi" sembano mostrare che ciò che conta è piuttosto l'omertà, la sottomissione, la paura.

UN ASSAGGIO:

"Trascorriamo le notti estive sul tetto, crogiolandoci nell'infallibilità del nostro sguardo rapace e attento nel cielo aperto. I nostri discorsi non hanno limiti e non vi sono paure a condizionare i nostri pensieri. Trascorro ore ascoltando le storie dei silenziosi incontri tra Ahmed e Faheemeh, la ragazza di cui è innamorato. La sua voce si addolcisce e l'espressione del suo viso si tranquillizza mentre descrive il modo in cui lei, guardandolo, ha scrollato all'indietro i lunghi capelli neri, e di come questo debba significare che lo ama. Quale altro motivo avrebbe per allungare il collo se non quello di comunicare con lui? Mio padre dice che i persiani credono nella comunicazione silenziosa; uno sguardo o un gesto rivelano molto più di un intero libro di parole. Mio padre e' un grande comunicatore del silenzio. Quando io mi comporto male, lui mi rivolge un'occhiataccia che mi fa molto più male di centinaia di ceffoni.
Ascolto la voce di Ahmed che continua a parlare di Faheemeh, ma il mio sguardo vaga solitamente nei cortili del vicinato, dove una ragazza che si chiama Zari vive insieme ai suoi genitori e al fratellino piccolo, Keivan. Non ho mai visto Faheemeh così da vicino, così quando Ahmed mi parla di lei, io immagino Zari nella mia mente: i suoi zigomi delicati, gli occhi sorridenti e la pelle morbida e pallida. La maggior parte delle sere estive, Zari sta seduta all'estremità della piccola hose di famiglia sotto un ciliegio, e mentre legge fa dondolare i piedi aggraziati nell'acqua fresca. Faccio attenzione a non lasciare che i miei occhi indugino troppo a lungo su di lei perchè è fidanzata con il mio amico e mentore, Ramin Sobhi, uno studente del terzo anno di Scienze Politiche all'Università di Teheran che tutti, compresi i suoi genitori, chiamano il Dottore. E' vile innamorarsi della ragazza di un amico, e allontano il pensiero di Zari dalla mia mente ogni volta che penso al Dottore, ma i vaneggiamenti innamorati di Ahmed mi rendono difficile restare lucido."



3 commenti:

  1. Ciao, mi piace tanto il tuo modo di presentare i libri, anche questo mi pare un bel romanzo...mi immagino l'innocenza dell'adolescenza, i primi turbamenti d'amore...e poi la polizia le perquisizioni la limitazione della libertà e essere obbligati a crescere troppo in fretta, per lo men, l'ho inteso così.
    Ciao, buon fine settimana.
    Antonella

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  2. Ciao Letizia, che bello!:-) Bentornataaa!
    nei prossimi ripasserò a leggere con più calma.
    La tua fiaba mi è piaciuta molto, grazie ancora!

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  3. @Antonella: davvero bello, credimi.. l'intreccio tra l'innocenza di un adolescente pieno di sogni e la brutale realtà storica che a tutti i costi tenta di infrangerli dà i brividi.

    @Cristina: eccomi.... in ritardo, ma non dimentico ^_^ .. sto preparando anche un post sullo swap e sul tuo libro! Insolito, ma davvero piacevole!!!! Un abbraccio!

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