mercoledì 28 giugno 2017

DANIEL PENNAC - Abbaiare stanca
















DOVE: tra Parigi e Nizza
QUANDO: nel tempo indefinito delle favole

I bambini, si sa, crescono in fretta. Tu non te ne rendi conto, perchè ti accade quotidianamente, sotto al naso; ma arriva in giorno in cui quel cosino rosa profumato di latte è diventato un ometto dalle ginocchia sbucciate, al quale sei riuscita - e la cosa ti emoziona e commuove insieme - a trasmettere l'amore sconfinato per la lettura. E ti rendi conto di questo quando lui, serio, convinto, "adulto", ti CONSIGLIA un libro. Ecco qui, allora, il primo libro letto perchè raccomandatomi caldamente da mio figlio, lo stesso libro che, qualche mese fa, avevo scelto per lui nella libreria di un centro commerciale, perchè si parlava di amicizia, di cani, di bambini. E perchè, a otto anni, dopo aver incontrato Sepulveda, volevo che conoscesse Pennac.
Dunque, siamo in Francia, una Francia che vediamo attraverso gli occhi - ma sarebbe più opportuno dire che la percepiamo attraverso il naso - di un cane. Nulla di che, un bastardino neanche particolarmente bello, scampato per miracolo alla morte per annegamento ed allevato da una randagia come lui in una discarica di Nizza. La sua è una storia comune, che fa riflettere, sorridere e commuovere; quella di un randagio, cresciuto dall'affettuosa ruvidezza di Muso Nero e finito, dopo una serie di peripezie, in una famiglia non troppo consapevole di cosa voglia dire "avere un cane". Una storia fatta di lacrime, perdite, solitudine, scoperte, rivalse, paura e piccole vendette, la storia di un bastardino a cui la vita mette continuamente i bastoni fra le ruote ma che con la tenacia di chi alla vita  è attaccato coi denti insiste, combatte, insegue il suo lieto fine.
Che, manco a dirlo, è quello di avere una famiglia "umana" che lo ami e che soprattutto abbia rispetto per il suo "essere cane".
Dal lungomare di Nizza, odoroso di salsedine e stridente di gabbiani, fino al cuore di Parigi intriso di migliaia di odori intrecciati tra loro in maniera tanto stretta che solo un naso molto sensibile ed allenato può essere in grado di dipanarli; insieme al cane percorriamo le strade del mondo osservando la vita dal basso, con l'intensità di sentimenti e la positività di un cucciolo di strada. E osserviamo, dall'esterno, le pazzesche vite di noi esseri umani, attenti al superfluo ma poco alla sostanza, distratti, rabbiosi, irrispettosi della vita diversa da quella bipede, orgogliosamente rinchiusi nella routine inquinata delle nostre città, incapaci di percepire la bellezza della vita in una corsa sulla spiaggia umida ad inseguire i gabbiani.

E' una favola, certo. Un libro destinato ai bambini, ma che consiglio di leggere anche a noi adulti, perchè Pennac - oltre ad uno stile inconfondibile, schietto, scorrevole - lascia intendere in queste pagine tutto il suo delicato amore, la sua comprensione, il suo rispetto per il Cane. E, nella Postfazione finale ( "Nè ammaestrato nè ammaestratore", che consiglio vivamente di leggere), lo dichiara senza fronzoli, col cuore in mano, raccontando delle sue esperienze di vita, dei cani che lo hanno accompagnano lungo gli anni, dell'amore che lo ha legato ad essi e di come noi esseri umani dovremmo imparare a capire ed interagire con il cane.
Una favola che si legge in un pomeriggio, e che parla dritta dritta al cuore.

UN ASSAGGIO:

 "La notte era scesa da un pezzo sulla città. Le case avevano ingoiato i loro abitanti. Le automobili si erano addormentate lungo i marciapiedi. Il Cane camminava solo soletto per le strade. Le luci gialle dei lampioni rendevano più cupa la sua ombra. E il Cane pensava 'Se l'avessi saputo, sarei rimasto dal macellaio'.
Gli uomini erano veramente imprevedibili! Con loro, niente andava come ci si aspettava. Anche gli odori si erano addormentati. Giacevano per terra, come sono soliti dormire gli odori, muovendosi appena. L'alito salato del mare vicino si stendeva su di loro come una coperta. Il Cane avanzava come in sogno, zampettando silenzioso. 'Bene' si disse ' ecco il sonno'.
Scelse la conca fiorita più comoda della piazza Garibaldi, si scavò una buchetta fra i gerani, girò sei volte su sè stesso e si acciambellò con un sospiro. 'Ma prima di addormentarmi devo prendere una decisione' Riflettè ancora qualche istante. Da un campanile suonò la mezzanotte sopra la città vecchia.'Bene' decise Il Cane, 'domani torno dal macellaio. Non è una padrona, ma Muso Nero sarebbe certamente d'accordo. E poi, chissà.... Forse è sposato.....' "

2 commenti:

  1. Ciao Letizia,
    che bello sentirti parlare di un autore a me così caro. E che bello sapere che anche tu ti emozioni per essere riuscita a trasmettere a tuo figlio la bellezza dell'avventura del leggere... anche il mio ragazzo (quasi dieci anni) è un appassionato lettore, ora si sta approcciando al Signore degli Anelli ed è entusiasmante parlare con lui di Gollum, Frodo e Aragorn. Hai ragione, sembra ieri che gattonavano e ora già parlano con noi da "adulti". La vita è un morso.
    Ciao da Eva

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    1. Che bellezza, il Signore degli Anelli!!! Non vedo l'ora che arrivi anche per noi quel momento; per ora io e lui siamo ad Hogwarts, tutte le sere, prima di metterci a nanna :-) .. Che bello risentirti, grazie per essere passata di qui, è sempre un piacere per me sapere che mi leggi ^_^! Buona giornata!

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