giovedì 10 marzo 2011

OSCAR WILDE - L'importanza di essere Onesto


DOVE: tra Londra e Manor House, tenuta di campagna nello Hertfordshire
QUANDO: Seconda metà dell'800

In questa deliziosa e arguta commedia uscita dalla penna di Oscar Wilde, veniamo condotti nella composta ed aristocratica atmosfera dell'Inghilterra nella seconda metà dell'800, tra sandwitch al cetriolo, rigogliosi giardini tutti roseti in fiore e cinguettar di uccellini e compitissimi maggiordomi sempre pronti a rispondere alle richieste del proprio padrone porgendo quanto richiesto su un vassoio d'argento. Per intenderci, quel genere di atmosfera aristocratica in cui l'argenteria, ben lungi dall'essere un costoso soprammobile, veniva accuratamente disposta sulle tavole imbandite, e le donne scendevano dalle carrozze avvolte in lunghe vesti fruscianti. E' qui, in una casa londinese, che inizia quella che Wilde stesso definì "commedia frivola per persone serie", quando il giovane Agenore, tanto nobile quanto amante della buona tavola, scopre la doppia vita di un suo amico di vecchia data: Onesto (Earnest nell'originale inglese) Worthing a Londra, Gianni Worthing nella fiorita tenuta di Manor House, dove è l'ineccepibile tutore della bella e romantica Cecilia. Sì, perchè Worthing, per ritagliarsi scampoli di vita mondana nella sua austera veste di tutore, ha inventato di sana pianta un suo scapestrato fratello Onesto, il quale richiederebbe di tanto in tanto la sua presenza nella capitale per porre rimedio ai suoi pasticci. Aggiungeteci poi che lo stesso Agenore, per evadere dalla soffocante austerità della vita londinese e dall'egida della pungente zia Lady Bracknell ha inventato un amico inesistente - il malandato Mr. Bunbury - le cui frequenti malattie e ricadute lo richiamano provvidenzialmente al capezzale quando la rigida etichetta cittadina comincia a stargli stretta. Aggiungete poi che Guendalina, bella cugina del giovane aristocratico, si innamora di Gianni - pardon, Onesto Worthing anche e soprattutto a causa di quel nome così rassicurante e virtuoso, ma che quest'amore è contrastato energicamente da Lady Bracknell, la quale non vede di buon occhio i natali umili del giovane spasimante (orfano, abbandonato in una borsa della stazione di Victoria); e che la piccola Cecilia subisce il fascino di Agenore - spacciatosi per Onesto, il fratello ribelle del suo coscenzioso tutore, e l'intreccio è presto fatto. Un classico della commedia degli equivoci, in cui l'ironia pungente ed inconfondibile di Wilde fa da condimento ad una trama scoppiettante, costruita tutta intorno all'infantile ed ingenuo pregiudizio delle due protagoniste - entrambe convinte di amare Onesto proprio per l'aura rassicurante che il nome sembra emanare.
Leggerlo è come bere una bibita rinfrescante; va giù d'un fiato distentendo dietro di sè un sorriso.

UN ASSAGGIO:

Worthing: "Una giornata deliziosa, signorina Fairfax"
Guendalina: "Fatemi il piacere di non parlare del tempo, signor Worthing. Quando qualcuno mi parla del tempo so già che vuol dirmi tutt'altro. E questo fatto mi rende nervosa."
Worthing: "Infatti voglio dirvi qualche altra cosa."
Guendalina:"Ne sono sicura. Non mi sbaglio mai."
Worthing: "E io vorrei avere il permesso di approfittare dell'assenza di Lady Bracknell..."
Guendalina: "E io ve ne do il permesso. La mamma ha l'abitudine di rientrare in una stanza così all'improvviso che tante volte ho dovuto dirle che fa proprio male."
Worthing (nervoso): "Signorina Fairfax, da quando vi ho conosciuta vi ho ammirata più di tutte le altre ragazze.. che ho incontrate.. da quando ho incontrato voi."
Guendalina: "Sì, me ne sono accorta. E mi farebbe molto piacere se, almeno in pubblico, non foste così espansivo. Per me, voi avete sempre avuto un fascino irresistibile. Anche prima di conoscervi non mi eravate indifferente."
(Worthing la guarda stupefatto) Noi viviamo, come spero che voi sappiate, signor Worthing, in un'epoca di ideali. Questo fatto è di continuo menzionato nelle riviste mensili ed è già persino arrivato fino ai pulpiti di provincia, a quanto mi è stato detto. Ebbene, l'ideale per me è sempre stato sposare un uomo chiamato Onesto. C'è qualcosa nel nome di Onesto che ispira fiducia. Dal momento in cui Agenore mi disse di avere un amico di nome Onesto, ho sentito che ero destinata ad amarvi."
Worthing: "Mi amate veramente, Guendalina?"
Guendalina: "Appassionatamente!"
Worthing: "Tesoro! Voi non sapete quanto mi fate felice!"
Guendalina: "Onesto mio!"
Worthing: "Ma non vorrete dire sul serio che non poterste amarmi se il mio nome non fosse Onesto?"
Guendalina: "Ma il vostro nome è Onesto?"
Worthing: "Sì, lo è. Ma supponiamo che non lo fosse? Volete dire che in questo caso non potreste volermi bene?"
Guendalina (con disinvoltura): "Ah, questa è un'ipotesi astratta, e come la maggior parte delle ipotesi astratte, non ha riferimenti concreti con i fatti della vita reale, che noi conosciamo."
Worthing: "Personalmente, cara, e per dirla proprio con franchezza, non è che il nome di Onesto mi piaccia poi tanto...in fondo in fondo non mi sta affatto bene."
Guendalina: "Invece vi sta alla perfezione. E' un nome divino. Ha una musica tutta sua. Produce delle vibrazioni."
Worthing: "A dire la verità devo dire che secondo me ci sono altri nomi più carini. Per esempio Gianni mi sembra incantevole."
Guendalina: "Gianni? No, non c'è musica o quasi nel nome Gianni. Anzi, non ce n'è proprio nessuna. Non dà il minimo fremito, la più piccola vibrazione... Ho conosciuto molti Gianni ed erano tutti senza eccezione anche più insignificanti della media nazionale. E poi lo sanno tutti, Gianni è solo il diminutivo di Giovanni! E io provo solo compassione per una donna che abbia sposato qualcuno che si chiami Giovanni. Probabilmente non conoscerà mai il piacere squisito di un momento di solitudine: i Giovanni sono appiccicosi. No, l'unico nome davvero sicuro è Onesto."

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