mercoledì 6 aprile 2011

ANTONIA S. BYATT - Possessione



DOVE: attraverso l'Inghilterra, dalla London Library fino allo Yorkshire e la Bretagna

QUANDO: in età contemporanea, ma con un piede costantemente nell'Età Vittoriana.

Come resistere ad un libro che ha per sottotitolo "Una storia Romantica"? Nel mio caso, semplicemente, non si resiste. Ed è stato così che mi sono ritrovata risucchiata letteralmente da una storia che avvinghia, avvolge, fa palpitare, sebbene l'inizio sia tutt'altro che poetico; ci troviamo infatti nella silenziosa ed austera London Library, dove Roland Mitchell, studioso di Letteratura Inglese, è intento ad un minuziosissimo studio sulle fonti del Giardino di Proserpina, opera del celebre poeta vittoriano Randolph Henry Ash. Ed è così che, tra le pagine ingiallite e le rilegature polverose, per puro caso trova due lettere autografe del poeta stesso, indirizzate ad una enigmatica "Signora". Immaginiamo l'emozione dello studioso che entri per puro caso in possesso di uno scritto autografo dell'oggetto dei propri studi, la sensazione di avere tra le dita la stessa fragile carta che le dita del poeta hanno sfiorato, immaginarlo mentre la vergava, passo a passo, con la sua grafia fluida, le dita macchiate d'inchiostro, scoprire tutt'a un tratto di poter toccare con mano qualcosa che presumibilmente nessuno studioso, prima di allora, aveva mai toccato. E immaginiamo quindi la doppia emozione quando, analizzando tutti gli indizi, s'insinua nella mente del giovane Mitchell il sospetto che la misteriosa destinataria di quelle missive sia addirittura Christabel Lamotte, anch'essa illustre rappresentante della poesia inglese di Età Vittoriana.
Ecco dunque che il timido e meticoloso studioso, affiancato dalla collega Maud Bailey decide di indagare, partendo assieme a lei in un viaggio sulle tracce dei due poeti e di quel sottile filo rosso che li lega, continuamente sospesi tra oggi e ieri. Ma fino a che punto la fredda lucidità dei due letterati nello sviscerare, lettera dopo lettera, quell'antica relazione, riuscirà a non farsi contagiare da una passione rimasta sopita per oltre cento anni?
Tra solidi alberghi ritti ai margini della brughiera, pensioncine in piccole località balneari, antiche magioni nobiliari, sulle orme dei loro predecessori i due scopriranno ben presto tutta la vivida contagiosità di quel romanticismo d'altri tempi, quando le parole venivano pesate una ad una, e deposte sul foglio con cura, a mano, una dopo l'altra, con lo stesso batticuore che avrebbe accompagnato, qualche tempo dopo, la loro lettura.


UN ASSAGGIO:

"In piedi sul marciapiede guardavano la scritta incisa sopra al portico: BETHANY. Era una luminosa giornata d'aprile. Intimiditi dalla presenza dell'altro, si tenevano a una certa distanza. La casa, tirata a lucido, era di tre piani, con finestre scorrevoli. Da anelli di legno scolpito sorretti da una stecca d'ottone pendevano tendine con un grazioso disegno a ramoscelli. Nel vano della finestra della facciata, un capelvenere in un grande vaso Minton. Sulla porta, di un intenso blu di Delft, un sinuoso battente di ottone a forma di delfino. Le rose erano in boccio e ai loro piedi un mare di nontiscordardimè. Tra un piano e l'altro un fregio di mattoni su cui erano impressi dei girasoli. Ogni mattone respirava aria fresca; erano stati raschiati a fondo e dilavati con il cannello ad aria compressa e con la pompa a getto, così ora la casa si presentava nella sua veste originaria.
- E' un buon lavoro di restauro - disse Maud - procura una strana sensazione. Un simulacro
- come una copia della sfinge in fibra di vetro.
- Esattamente. Laggiù c'è un caminetto molto vittoriano. Non saprei dire se si tratta di un originale o se è stato recuperato in qualche demolizione.
Alzarono gli occhi verso la mite o muta facciata di Bethany.
-Doveva essere più sporca. Doveva sembrare più vecchia. Quando era più nuova.
- una citazione postmoderna...
Adesso c'era un portico sul quale rampicavano i primi viticci di una clematide nuovissima, un portico con arcate di legno appena imbiancate, un inizio di pergolato.
Era uscita da questa parte, a passo svelto, in un ondeggiare di nere gonne decise, le labbra strette per la determinazione, le mani premute sulla borsetta di rete, gli occhi spalancati per la paura, per la speranza, scompigliata, come? E lui, aveva percorso la strada che veniva dalla chiesa di St. Matthias con indosso il cilindro e la giacca a doppio petto? E l'altra, aveva scrutato da una finestra del piano superiore, gli occhi annebbiati dietro il cerchio delle lenti?"

5 commenti:

  1. Ciao, non ho letto il libro ma il film l'ho visto un paio di volte ed è molto dolce, gli attori mi piacciono (Gwyneth Paltrow, Aaron Eckhart, Jeremy Northam, Jennifer Ehle)e anche la sceneggiatura merita, poi capita di andare nello Yorkshire e di aspettarsi di vivere una storia romantica; è il problema dell'Inghilterra che si cerca di compiere sempre un viaggio letterario e non reale, ma in fondo è bello anche così. Ciao, Alex

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  2. Bellissimo romanzo! Con una delle storie d'amore più belle e struggenti della letteratura inglese! Anche il film è molto bello!

    ;-)

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  3. Ahimè, ho visto il film più volte ma ancora non ho letto il libro. E di certo, lo farò. Nemmeno io riesco a resistere a tutti questi elementi che congiurano per conquistarmi!

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  4. Mi aggiungo alla lista di quelle che hanno visto il flm , ma devono ancora leggersi il libro! Conto di farlo al più presto, grazie per la recensione!

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  5. bene, bene, quindi mi dite che il film è da vedere? Io sono una di quelle che è sempre molto scettica, di fronte alle trsposizioni cinematografiche, perchè ho sempre paura di restarne delusa; ma visto che siete in così tante a consigliarlo, cercherò al più presto di procurarmelo!!!

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