lunedì 5 novembre 2012

JOE R. LANSDALE - In fondo alla palude

DOVE: nel cuore del Texas orientale
QUANDO: anni '30

Rientro finalmente nel blog dopo tanti - troppi- mesi di sosta causa trasloco ( e tutte le piccole-grandi disavventure che cio' comporta, allaccio della linea telefonica in primis). Ma, complice anche il cambio di lavoro da full-time a part-time, l'estate mi ha consentito anche di dedicarmi alla lettura, e di scoprire tanti piccoli, preziosi capolavori.
Per esempio, l'amara storia di Joe R. Lansdale, ambientata in un Texas orientale cinico e razzista, dove - siamo negli anni 30, nel pieno della Grande Depressione americana, per intenderci -nella più arida indifferenza qualcuno incomincia ad uccidere. Ma poichè le giovani vittime non sono che delle "negre", poco importa; perchè nella piccola, aspra comunità di Marvel Creek, come in tutto il resto del Texas, l'abolizione della schiavitu' ha lasciato a tutti l'amaro in bocca, e in quei cuori rinsecchiti ha messo profonde radici il germe del razzismo. Quei pochi che mostrano una qualche accondiscendenza verso i neri, vivono preda del terrore del Klan e di una qualche brutale vendetta rivolta contro la propria famiglia. Come Pappy Treesome, sparuto esule bianco nella comunità nera. E come il papà di Harry e Tom, barbiere nonchè rappresentante della legge nella piccola comunità "semplicemente perchè nessuno voleva farlo", ritrovatosi suo malgrado a dover fare i conti con quanto di più abietto l'evoluzione umana è stata in grado di concepire: superstizione, violenza, razzismo. Perchè lui, il placido barbiere che crede fermamente nella giustizia - e che per molti tratti ricorda l'Atticus Finch de "Il buio oltre la siepe" - mette anima e cuore nella vana impresa di trovare un varco attraverso la rigida rete di omertà che avvolge queste brutalità, fino a mettere a repentaglio la tranquilla felicità della sua modesta famiglia. Ed è proprio attraverso gli occhi del suo primogenito Harry che, con la semplicità e la limpidezza che solo il candore di un bambino puo' avere, pagina dopo pagina sentiamo accapponarci la pelle di fronte all'orrore più crudo, annidatosi come un demone oscuro tra le modeste casupole sorte lungo il fiume Sabine, nella provincia americana rurale ancora ben lontana da quel Melting Pot da cui sarebbe scaturito, in un tempo ancora molto di là da venire, un Presidente Nero.

UN ASSAGGIO:

"Ci sarà anche stata gente coi soldi, all'epoca, ma noi di certo non ne avevamo. Erano gli anni della Depressione. E anche ad avercene, non c'era un granchè da comprare a parte maiali, galline, ortaggi e gli alimenti di prima necessità. Ma visto che alle prime tre ci pensavamo da soli, non restava che procurarsi le poche altre cose necessarie, e per quelle spesso ricorrevamo al baratto.
Papà coltivava un po' di terra, e dove vivevamo noi la roba cresceva bene. Il vento si era portato via quasi tutto il Texas Settentrionale e Occidentale, oltre all'Oklahoma, ma il Texas Orientale era rigoglioso, la terra era fertilee grazie alla pioggia le piante crescevano alla svelta belle e robuste. Anche nei periodi secchi il terreno tendeva a trattenere l'umidità e, seppure scarso, il raccolto non andava perduto. Anzi, quando tutto il resto del Texas era inaridito e ridotto in polvere, nel Texas orientale si scatenavano degli incredibili temporali, avevamo addirittura delle inondazioni: era più facile perdere un raccolto per le piogge che per la siccità".

2 commenti:

  1. Ciao, ci siamo incontrate forse prima dell'estate
    poi non ti ho più vista, mi fa piacere incontrarti di nuovo oggi.
    Questo libro deve essere interessante e mi piace molto il tuo modo di raccontarlo.
    Ciao, spero a presto, buona serata.
    Antonella

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  2. Ciao Antonella... purtroppo il trasloco mi ha creato un po' di caos, sono rimasta in arretrato con recensioni e lettura di mail&commenti.. il libro è uno di quelli che ti cattura e ti fa dire "ok, solo un altro capitoletto poi faccio quello che devo fare".... assolutamente da leggere!

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